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I due fondatori dello studio Ghibli, Hayao Miyazaki e Isao Takahata, hanno creato un prodotto che gode di un’enorme popolarità sia in patria che all’estero. È arrivato a vincere numerosi premi e a produrre film che si discostano molto dai classicianime giapponesi.
Miyazaki e Takahata si erano conosciuti alla Toei Animation, l’importante casa di produzione che ancora oggi rimane un colosso dell’industria dell’animazione; uno disegnatore e animatore e l’altro regista, lavorarono insieme a molti progetti tra cui “Lupin III”, “Heidi” e “Anna dai capelli rossi”.
Purtroppo (o per fortuna) con il passare del tempo si resero conto che utilizzando il mezzo televisivo non sarebbero mai riusciti a creare lavori che incarnassero i loro ideali; Miyazaki iniziò così a valutare un’alternativa che molti definirebbero un salto nel vuoto: la fondazione di uno studio volto ad un’animazione rivoluzionaria e di alta qualità che riuscisse a trasportare lo spettatore in un mondo di emozioni e di colori.
La svolta
La svolta definitiva si ebbe nel 1984 con la creazione di quello che è considerato il punto di partenza dello studio: “Nausicaä della Valle del vento”, scritto e diretto da Miyazaki e prodotto da Takahata. Le tematiche profonde, la qualità delle animazioni e la bellezza dei disegni assicurarono alla pellicola un successo straordinario. Ancora oggi viene considerato uno dei migliori film animati giapponesi della storia, nonché l’inizio di un’era rivoluzionaria per l’animazione in Giappone: era il 1985 e lo Studio Ghibli prese ufficialmente vita.
“Ghibli” (che in giapponese si legge gibli) è il termine libanese per indicare lo scirocco, il vento caldo e secco del deserto del Sahara. Veniva anche usato per riferirsi al Caproni Ca.309, velivolo dell’aeronautica italiana usato durante la seconda guerra mondiale; fu Miyazaki a sceglierlo come nome, complice la passione che nutre per il mondo dell’aviazione.
I lungometraggi
Tra i venti lungometraggi prodotti dallo studio fino ad oggi spiccano i lavori dei suoi fondatori dello studio Ghibli: di Isao Takahata abbiamo lo struggente “Una tomba per le lucciole”, e di Hayao Miyazaki “Kiki – Consegne a domicilio”, “La principessa Mononoke”, “Il castello errante di Howl” e “La città incantata”. Quest’ultimo fu il primo e per ora unico film d’animazione giapponese a vincere l’Oscar e che è considerato il suo capolavoro.
Una menzione speciale a “Il mio vicino Totoro”: lo spirito della foresta protagonista del lungometraggio è stato talmente apprezzato dal pubblico da essere scelto come mascotte e logo dello Studio Ghibli.
Pur con tematiche simili, i film dei due fondatori dello studio Ghibli si discostano molto per lo stile: Miyazaki riesce a dirigere gli elementi di fantasia con un tale maestria da farli sembrare reali, mentre Takahata è più diretto, talvolta crudo. Entrambi pongono particolare attenzione a personaggi femminili e bambini: mentre Miyazaki ne sottolinea il coraggio e la temerarietà, Takahata ne predilige l’aspetto psicologico e introspettivo.
Per quanto la qualità dei lavori e il talento di Isao Takahata non si possano mettere in discussione, è Hayao Miyazaki ad essere considerato la mente dietro al successo dello Studio Ghibli: il suo genio e la sua abilità nel trasformare ogni lungometraggio in un’opera d’arte hanno fatto sì che venisse acclamato come uno dei più grandi registi d’animazione di tutti i tempi.
Nuovi progetti
I disegni, le ambientazioni tra fantasia e realtà, l’amore per la natura che traspare da ogni fotogramma, la critica all’uomo e alla guerra: Miyazaki ha lo straordinario dono di riuscire a combinare tutti questi elementi e a dare vita a storie e personaggi sempre diversi ma di incredibile bellezza. Le sue storie ti fanno immergere e ti attirano in mondi fantastici e sconosciuti, come un vento capace di trasportare lontano il cuore e la mente.
Ed è proprio il vento il protagonista della sua ultima fatica: con il film “Si alza il vento” il maestro comunicò il suo ritiro dalle scene, una decisione che rattristò i fan e che portò il grande pubblico ad interrogarsi sul destino dello Studio Ghibli, rimasto orfano di uno dei suoi padri fondatori.
Tuttavia, gli artisti non smettono mai davvero di lavorare e tra l’entusiasmo generale Miyazaki annunciò il suo ritorno e la preparazione di un nuovo progetto, che potrebbe vedere la luce in occasione delle Olimpiadi di Tokyo 2020. E allora sediamoci e attendiamo con pazienza il suo ritorno e i nuovi lungometraggi dello Studio Ghibli.
Perché la fantasia è un vento caldo che non si ferma mai.
Se vuoi saperne di più sulla storia dello Studio Ghibli perché non visitare il museo dedicato a loro, a Tokyo? Nelle nostre vacanze studio in Giappone è prevista proprio una visita al famoso museo Ghibli di Mitaka, e Go! Go! Nihon prenoterà i biglietti per te!